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Post by Giuliochem on Aug 25, 2019 19:51:34 GMT
Buonasera, il mio grande dubbio sulla scelta universitaria é legato alla chimica. Provengo da un ITIS indirizzo chimico e la materia mi appassiona, specialmente la parte legata all'industria e alla tecnologia. Nello stesso tempo mi piace molto anche la fisica e la matematica. Per forza di cose non posso spostarmi dalla Lombardia. Quindi la domanda finale é : ingegneria chimica o chimica/chimica industriale?
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Post by Civamb on Aug 26, 2019 11:00:48 GMT
A scienze chimiche si fa più chimica specialmente come ampiezza della materia (più settori) mentre ad ingegneria chimica si fanno più crediti di matematica e fisica con l'interesse principalmente rivolto verso i processi chimici e gli impianti chimici.
Di fatto l'unico premio Nobel italiano per la chimica é stato un ingegnere chimico del Politecnico di Milano (Natta) a cui é intitolato il dipartimento di chimica e materiali! Ultimamente con l'introduzione della scienza e Ingegneria dei materiali alcune specifiche branche della chimica sono affrontate molto bene. Poi, ci sono corsi di ingegneria chimica impostati diversamente dalla media come quello attivato a Pisa, Padova (ingegneria chimica e dei materiali) e Politecnico di Milano, in cui potrai impostare un quinquennio con i seguenti esami : chimica generale, chimica organica, principi di ingegneria chimica, fondamenti di ingegneria chimica, chimica industriale, chimica ambientale, catalisi, ingegneria chimica ambientale, scienza dei materiali, ingegneria delle reazioni chimiche e cinetica chimica applicata, chimica industriale organica, chimica fisica applicata, chimica fisica biomedica, elettrochimica applicata, chimica verde e sostenibile, principi di chimica dei polimeri, reactivity structure and functions of materials, chemistry for elastomers and composite materials technologies, proprietà fisico chimiche dei materiali, catalisi e processi catalitici industriali. Questo CdL ha un ottimo mix di matematica, fisica e chimica (applicata e teorica).
Se i tuoi interessi ricadono nella chimica che ti ho elencato con una formazione fisico matematica superiore alla laurea in chimica industriale direi che la scelta é semplice. Politecnico di Milano con ingegneria chimica oppure ingegneria dei materiali e delle nanotecnologie. Con ingegneria dei materiali non affronterai nessun esame di impianti chimici e reattori ma sarai specificamente formato per sviluppare nuovi materiali, comprendone le caratteristiche nelle varie scale, creare degli ibridi con quelli esistenti, capirne i limiti di resistenza e gli effetti delle lavorazioni... In bocca al lupo!
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Post by Giuliochem on Aug 26, 2019 17:06:03 GMT
La scelta si restringe a ingegneria chimica e ingegneria dei materiali. L'idea di ideare nuovi materiali mi piace e probabilmente si fa più fisica legata ai materiali rispetto a ing chimica o mi sbaglio?
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Post by Admin on Aug 26, 2019 17:44:41 GMT
Considera che per fare ricerca innovativa ad alti livelli é meglio continuare con un dottorato. Sicuramente con la sola laurea magistrale di entrambi gli indirizzi che ti interessano puoi fare R&D industriale creando nuovi materiali e tecnologie con le conoscenze note. Se vuoi fare ricerca accademica e contribuire allo sviluppo delle materie chimiche, fisiche o ingegneristiche legate ai materiali dovrai studiare altri tre anni. Comunque si, con ingegneria dei materiali del Polimi rispetto a ingegneria chimica farai Fisica D e Introduzione alle nanotecnologie che sono entrambi esami di fisica. Se nell'indirizzo chimico non metti a scelta fisica atomica e fisica del nucleo conta anche fisica della materia e fisica del nucleo in più. Nella magistrale ad indirizzo nanomateriali e nanotecnologie (quello più teorico) devi superare anche fisica dello stato solido, fisica delle nanostrutture, proprietà fisiche dei materiali molecolari e nanomateriali per la conversione energetica. A mio parere il fatto di studiare i materiali a livello sia microscopico sia macroscopico rende questa laurea veramente ottima.
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Post by Giuliochem on Aug 26, 2019 20:08:26 GMT
Ho visto che esiste anche scienza dei materiali in cosa consiste e quali sono le differenze con il corso di ingegneria dei materiali del Politecnico di Milano?
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Post by Admin on Aug 26, 2019 20:49:28 GMT
Chiariamo una cosa. Il triennio del PoliMi é in ingegneria industriale mentre la LM in scienza e ingegneria dei materiali. Rispetto a scienza dei materiali il triennio cambia per pochi esami come elettrotecnica (5cfu) e tecnologia dei materiali (5cfu). Quest'ultimo permette di comprendere le variazioni delle caratteristiche dei materiali durante il ciclo produttivo, aspetto trascurato a scienze. Inoltre ad ingegneria avrai delle base di meccanica dei solidi (5cfu) e meccanica dei fluidi (5cfu) che serviranno nelle analisi macroscopiche dei materiali. A scienza dei materiali triennale avrai più competenza sui laboratori al posto degli esami di cui sopra che invece preparano ad osservare il prodotto anche su una scala più grande. Dipende cosa ti piace di più! Inoltre dipenderà anche dall'orientamento scelto. Ad ingegneria puoi scegliere un percorso al terzo anno più teorico, vedi microstruttura e nanotecnologie (si focalizza sulla chimica e fisica della materia) o applicativo con tecnologie e progettazione (in cui viene privilegiato lo studio a livello macroscopico e progettuale). Questo discorso vale per il Politecnico di Milano e per i pochi atenei in cui la laurea triennale é specifica nei materiali o un percorso di Ingegneria chimica. In diverse facoltà ingegneria dei materiali é un orientamento di meccanica e qui il discorso cambia perché tutta la parte chimico-fisica a livello microscopico é molto limitata. Scelte differenti.
Nella laurea magistrale la classe di laurea (LM - 53 scienza e ingegneria dei materiali) é identica sia a ingegneria che a scienze. Possono cambiare 10-15 crediti su 120 ma dipenderà anche qui dall'orientamento scelto e dal piano di studi eventualmente proposto. Per la legge é identica.
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Post by Giuliochem on Aug 27, 2019 18:52:54 GMT
Giusto per togliermi l'ultimo dubbio secondo te vale la pena considerare anche il Politecnico di Torino per ingegneria dei materiali. Non mi sembrano molto distanti o sbaglio?
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Post by Giuliochem on Aug 27, 2019 19:03:54 GMT
Giusto per togliermi l'ultimo dubbio secondo te vale la pena considerare anche il Politecnico di Torino per ingegneria dei materiali. Non mi sembrano molto distanti o sbaglio?
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Post by Admin on Aug 27, 2019 19:07:33 GMT
Il corso del PoliTo nel triennio ha il doppio dei crediti di elettrotecnica e fanno meccanica applicata alle macchine in luogo di meccanica dei fluidi. Grosse differenze non ce ne sono complessivamente. Nella magistrale invece ce ne sono. A Milano approfondisci con esami puri di fisica e chimica le branche relative ai materiali mentre a Torino il biennio é quasi interamente basato sulla scienza e tecnologia dei materiali. Il risultato finale é comunque simile visto che anche in questo caso la classe di laurea é in scienza e Ingegneria dei materiali che prevede (letteralmente dal regolamento didattico) :
Funzione in un contesto di lavoro
I laureati magistrali in Ingegneria dei Materiali possono svolgere molteplici funzioni: - Operare nell'ambito della ricerca di base ed applicata, rivolta allo sviluppo di materiali avanzati e/o allo sviluppo di tecnologie innovative di trasformazione dei materiali - Progettare materiali innovativi con proprietà pre-definite e i relativi processi di produzione e trasformazione, ovvero perfezionare materiali e tecnologie già consolidate a livello industriale - Agire attivamente nell'ideazione, nella progettazione e nello sviluppo di materiali nuovi - Selezionare materiali innovativi nel contesto di attività di progettazione e innovazione di prodotto - Progettare processi industriali di trattamento termico (di materiali metallici e ceramici) o di funzionalizzazione o di modificazione superficiale di materiali - Organizzare e dirigere sistemi complessi di produzione e trasformazione dei materiali anche basati su tecnologie avanzate - Organizzare e dirigere laboratori di controllo della qualità del prodotto, in qualità di esperto di strumentazioni analitiche complesse, stabilendo le procedure di controllo e gestendo le relative attività - Fornire consulenza per l'interpretazione delle rotture e correggere le cause che hanno determinato anomalie di comportamento di componenti di macchine ed impianti industriali - Progettare e coordinare le attività relative alla gestione della sicurezza in impianti e laboratori e quelle connesse con lo smaltimento dei sottoprodotti ed il controllo dell'impatto ambientale dei processi produttivi - Svolgere attività didattica e di formazione a livello industriale e accademico L'elevato livello di cultura tecnica e scientifica acquisita consente anche lapprofondimento delle conoscenze acquisite con master di II livello o corsi di dottorato offerti dall'ateneo, per coloro che hanno forte vocazione per lattività di ricerca.
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Post by Giuliochem on Aug 27, 2019 21:10:05 GMT
Era solo una curiosità ma grazie per il contributo che mi ha fatto capire molte cose. Queste lauree specializzate nei materiali mi piacciono perché come dice la denominazione uniscono aspetti di scienza e ingegneria.
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Post by Admin on Aug 28, 2019 12:17:28 GMT
Era solo una curiosità ma grazie per il contributo che mi ha fatto capire molte cose. Queste lauree specializzate nei materiali mi piacciono perché come dice la denominazione uniscono aspetti di scienza e ingegneria. É vero non sono lauree puramente in ingegneria, come non lo sono quelle in modellistica matematico fisica per l'ingegneria e ci metto anche ingegneria nucleare del Politecnico di Milano e modelli per l'ingegneria industriale di Firenze.
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